giovedì 30 aprile 2020

#STEP12

Giovanni Calvino

Un innegabile legame associa il Cristianesimo protestante di Martin Lutero e di Giovanni Calvino al capitalismo moderno. La diffusione dell'etica protestante, cioè, fu la precondizione necessaria alla nascita di una classe di imprenditori dediti al lavoro che non cercano soltanto il profitto fine a se stesso, ma lo reinvestono sistematicamente in nuove attività per generare e accumulare ulteriore ricchezza.
Secondo Calvino, infatti, il successo nel lavoro e l'arricchimento personale possono essere interpretati come un senso della benevolenza e del favore di Dio. Il teologo-filosofo afferma che l'uomo è predestinato e "nulla può fare per arrivare fino a Dio".
Né il libero arbitrio (su cui insiste il teologo cattolico Erasmo da Rotterdam) né le opere di beneficenza possono salvare l'umanità dal peccato originale e dall'insindacabile giudizio del Creatore. Per Calvino l'esistenza è basata sul concetto di "ascetismo mondano" secondo cui ogni uomo, pur essendo predestinato, può instaurare un rapporto con il Creatore se e solo se nella vita si impegna a diventare uno strumento attivo dei programmi e dei disegni divini.
Questa particolare visione della vita in cui il lavoro - la cui etica, appunto, è basata sul concetto di beruf che in tedesco significa vocazione (intesa come vocazione professionale) - assume una valenza quasi religiosa e ha creato un solido retroterra per la genesi del capitalismo specialmente in quei paesi da cui è partita la prima rivoluzione industriale. Pur giustificando il "frutto" del denaro, il pensiero religioso calvinista si accompagna ad una visione della società molto diversa e lontana da quella che oggi caratterizza il "turbo-capitalismo" contemporaneo che, in un mondo globalizzato, rischia di creare un'economia sempre più sganciata da qualsiasi prescrizione di tipo etico.
Per Calvino il concetto di produttività è da intendersi prettamente collegato al binomio lavoro-vocazione che deve essere strettamente legato a quello di zelo e coscienza. La ricchezza prodotta dall'impresa, infatti, non deve essere fine a se stessa, ma deve essere reinvestita come bene sociale al fine di migliorare la società.

martedì 28 aprile 2020

#STEP11




L'emergenza coronavirus che ha attraversato l'Italia oltre ad aver presentato un tributo incalcolabile di vittime sul piano umano, molte altre ne presenterà per i danni economici che ha arrecato ed ancora arrecherà al nostro Paese.
In poche settimane il Covid-19 ha cambiato le nostre vite, ma come possiamo immaginare il futuro?
Oggi un gran numero di persone è confinato a casa propria e rimane "attaccato" alla rete vuoi per lavoro, per studio, per passatempo ed è cambiata, spesso in modo radicale, la vita delle imprese che devono acquisire la capacità di gestire questo cambiamento in modo produttivo ed efficace.
Perché questo processo diventi tale è necessario che al centro delle priorità manageriali ci sia proprio quella risorsa organizzativa fondamentale che è l'uomo.


A questo proposito possiamo rifarci al pensiero di Machiavelli che, nel "Di Fortuna", afferma che colui che meglio si adatta o sa adattarsi alla realtà ottiene risultati migliori, ma poi aggiunge anche che la realtà ha nel cambiamento, cioè nell'evoluzione una delle sue peculiarità.


È chiaro che già per Machiavelli il cambiamento è la caratteristica principale della realtà e che per interagire efficacemente con essa l'uomo deve sviluppare sia competenze adeguate sia ambire alla capacità di gestire e guidare positivamente i processi di cambiamento.
Oggi come si può intendere questo cambiamento a cui tutti dobbiamo imparare ad adattarci?

Abbiamo visto come le grandi piattaforme stiano vivendo una fase di grande recupero e credo che, nel prossimo futuro, le tech-companies saranno in grande sviluppo. 
A loro il compito di mettere a punto modelli organizzativi fortemente innovativi in grado di gestire al meglio la nuova realtà. Modelli che, sicuramente, saranno favoriti dai progressi che si stanno verificando nella strumentazione e nei software e nel potenziamento delle reti.
Anche il nostro Paese, se vorrà riprendersi nel post-crisi, dovrà favorire in ogni modo la nascita di imprese che-qualunque sia il comparto in cui operano- sappiano sfruttare al meglio le tecnologie digitali costruendo su di esse business model competitivi lavorando soprattutto sulle competenze.
Perché l'impresa è cultura, la produce al suo interno, la importa e la immette nella società, in uno scambio biunivoco: nelle relazioni, nei processi, nei prodotti. 
Dalla cultura di impresa "politecnica" e nel contempo "visionaria" ed innovativa nasce la qualità ed il successo dei vari brand.
Impresa e cultura non sono un ossimoro. La cultura e la filosofia per l'impresa possono essere un reale investimento, cioè possono essere win win.

sabato 25 aprile 2020

#STEP10



La figura dell'imprenditore Adriano Olivetti emerge in tutta la sua importanza per il nuovo concetto di impresa nella miniserie televisiva italiana:


"Adriano Olivetti: la forza di un sogno" 
di Michele Soavi e interpretato da Luca Zingaretti


"Voglio un'impresa che produca bellezza perché la bellezza rende migliori, la bellezza è equilibrio, la bellezza è rapporto con la terra e la natura...e voglio un'impresa che produca cultura perché la cultura ci rende liberi...ci accresce spiritualmente..., voglio un'impresa che dia la possibilità di accedere alle espressioni migliori di tutte le arti...che permetta uno stile di vita che produce libertà e bellezza perché saranno loro, libertà e bellezza, a dirci come essere felici...".

#STEP09


Pablo Picasso, Guernica, 1937, olio su tela, Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofìa

Il quadro - una tela su olio di 351 x 752 cm - fu dipinto da Picasso in soli 35 giorni. Ha un impianto compositivo narrativo che deve essere letto da destra verso sinistra, raffigura il bombardamento della cittadina di Guernica da parte dell'aviazione nazista del 1937 ed era stato predisposto per essere collocato sulla porta del Padiglione Spagnolo durante l'esposizione universale di Parigi.
Presenta figure deformate che contribuiscono a rendere drammatico il racconto. Le forme, infatti, sono taglienti, aguzze e sembrano lacerarsi a vicenda. Le bocche delle donne e degli animali urlano il loro dolore e la loro paura.
I personaggi creano gruppi estremamente espressivi e vi sono, quindi, molti centri di attrazione psicologica.
La gamma di colori utilizzati da Picasso è povera: lo sfondo è nero e le figure sono raffigurate in bianco con varie tonalità di grigio. I contrasti sono forti e i soggetti si stagliano sullo sfondo nero del dipinto come se fossero ritagliate. La scelta monocromatica rende ancora più evidente la tematica luttuosa. 
Il significato di ogni parte dell'opera è stato oggetto di numerose interpretazioni, ma il quadro, nel suo insieme, non ha solo un significato documentaristico, ma è piuttosto un manifesto universale contro la forza cieca delle guerre, un messaggio senza tempo, un appello alle coscienze.

giovedì 23 aprile 2020

#STEP08

Platone
Menesseno

Menesseno: è uno dei dialoghi di Platone in cui Socrate incontra Menesseno dal ritorno dal consiglio della polis dove si sta decidendo quale oratore dovrà tenere il discorso in onore dei caduti. 
"Socrate: <E tu che c'entri con il buleuterio? O credi veramente di essere giunto al termine della tua educazione e della filosofia e, poiché pensi di possederle ormai a sufficienza, stai pensando di volgerti a più grandi imprese...>.
...
Socrate:<Da qui i padri di questi morti, i nostri padri e i morti stessi, allevati in tutta libertà e di buona nascita, hanno mostrato di fronte a tutti gli uomini molte e belle imprese sia in privato sia in pubblico...>".

#STEP07

Analizziamo ora nelle opere poetiche con quale significato alcuni autori hanno utilizzato il termine "impresa":


Evento, accadimento prodotto dall'uomo: Gabriele D'Annunzio 
"Da'l colle a'l pian
da'l fiume alla marina
sonavan le tue chiare imprese".
Litigio: Gabriele D'Annunzio 
"Gli otto che dianzi avean col mondo impresa
e non potuto durar poi contra uno
avendo mal la parte loro difesa
usciti eran dal campo ad uno ad uno".

Rime


Avventure amorose: Francesco Petrarca
"Gran giustizia agli amanti è grave offesa
però di tanto amico un tal consiglio
fu quasi uno scoglio all'amorosa impresa".







Spedizione militare: Umberto Saba
"Vergognosi sentimenti
m'infligge di puerili eroiche imprese
di guerra a vendicar l'animo intese
di flotte naviganti a lumi spenti".






venerdì 17 aprile 2020

#STEP06

Vediamo nella narrativa con quale significato alcuni autori hanno usato il termine "impresa":

Evento, accadimento prodotto dall'uomo: Alessandro Manzoni "La notte però fu a tutt'e tre così buona come può essere quella che succede a un giorno pieno di agitazione e di guai e che ne precede uno destinato a un'impresa importante e di esito incerto".
Iniziativa economico-sociale: Alessandro Manzoni "Gli scudi spesi da lui in quell'impresa...furono centocinquemila, la più parte  dei suoi".




Avventure amorose: Gabriele D'Annunzio "Le cortigiane la circondano, la svergognano, le ricordano i luoghi ove la videro, ove la incontrarono, le imprese d'amore, le fortune, gli amanti innumerevoli...".





Impegno, sforzo, fatica: Giacomo Leopardi "Io voglio alzarmi e farmi grande ed eterno con l'ingegno e con lo studio: impresa ardua e forse vanissima per me".




Decameron


Spedizione militare: Giovanni Boccaccio "Può aver udito ricordare il re Carlo il Vecchio per la cui magnifica impresa e poi per la vittoriosa vittoria del re Manfredi furono di Firenze i ghibellini cacciati".




Economia e diritto: Giorgio Bassani "Dopo le nozze sarebbero andati a stare tutti e tre assieme in una casa nuova, in un villino fuori Porta San Benedetto, per l'acquisto del quale stava appunto trattando con un'impresa di costruzioni".






Litigio: Matteo Maria Boiardo "Poi contra tutto il mondo aveti impresa".









Riferimenti:

giovedì 16 aprile 2020

#STEP05

LAVAZZA nome che identifica un’impresa che ha sempre avuto un approccio innovativo alla pubblicità.
La strategia di immagine del brand adottata nel corso degli anni unisce la commedia tradizionale italiana a una visione fresca e all’avanguardia.
Ne possiamo vedere la storia attraverso la pubblicità:

  • 1949-1969: Figurine Lavazza oggi oggetto di collezione. I soggetti erano i più svariati e lo scopo uno solo: raccontare, divertire, educare. È il primo grande progetto di comunicazione Lavazza, pietra miliare del rapporto tra gli italiani, la casa, il caffè. Un progetto che associava alla promozione del marchio un obiettivo più alto: l’istruzione dei ragazzi.

Sguardi su Torino
  • 1960-1977: Molto importanti gli spot - legati a Carosello - che hanno fatto scuola, lanciato personaggi - come Caballero e Carmencita - e gli slogan come quello dell’attore Nino Manfredi “Caffè Lavazza più lo mandi giù più ti tira su”.


  • 1993-2020: inizia la pubblicazione dei Calendari dove il rituale del caffè è ripreso dai grandi maestri della fotografia - David La Chapelle, Helmut Newton, Ellen Von Unwert, Ferdinando Scianna, Elliot Erwitt, Eugenio Requenco, ecc – in tutte le sue forme. Raccontano la sua quotidianità, la sua estetica, il suo mondo, le tematiche ad esso connesse.

Calendario 1997, Luglio-Agosto

  • 1995: La storica campagna TV “Paradiso” è diventata un vero e proprio fenomeno di costume. Racconta in modo ironico e divertente un’Italia spensierata raccolta intorno ad una tazzina di caffè ed è, al tempo stesso, la storia di un’impresa familiare diventata un tormentone che fa ridere e sorridere.



  • 2015: “Lavazza, there’s more to taste” un’ampia campagna pubblicitaria che va al di là dei confini nazionali, dalla Germania agli Stati Uniti, dalla Francia all’Australia per supportare la strategia internazionale del Gruppo e raccontare la storia di tradizione e innovazione, ricerca e passione racchiusa in una tazzina di caffè.






#STEP04

Nel mondo della Mitologia o in quello degli "Eroi Moderni" troviamo:

Icaro, figlio di Dedalo e di Naucrate, rinchiuso con il padre nel labirinto di Creta fuggì volando con le ali che Dedalo gli aveva adattato forgiandole con la cera. Si avvicinò troppo al sole e cadde nel mare che da lui fu detto Icario.


Teseo, figlio di Etra e di Egeo, è l'eroe che libera l'attica da mostri e nemici. Uccisore del terribile Minotauro grazie al filo di Arianna che lo guida all'interno del labirinto.










Ulisse, o Odisseo, uno degli eroi achei descritti e narrati da Omero nell'Iliade e nell'Odissea(opera che da lui prende il nome), incarna il simbolo dell'uomo che riesce a superare le innumerevoli prove con la forza dell'ingegno.






San Giorgio è un martire cristiano di cui si narra che abbia ucciso un drago a cui era destinata una principessa, figlia del re libico di Selem. Venerato da cattolici, ortodossi, anglicani, laici e mussulmani ha fornito il suo nome a 6 sovrani di Inghilterra.



Captain America è un personaggio immaginario dei fumetti creato da Joe Simon e Jack Kirby.
Personaggio nato come elemento di propaganda durante la seconda guerra mondiale, dove rappresentava l'America libera e democratica che si opponeva alla Germania nazista antidemocratica e imperialista, riscosse subito un grande successo.


Questi sono solo alcuni esempi di cui è ricca la Mitologia antica e moderna.













mercoledì 15 aprile 2020

#STEP03

Startup 2020

#STEP02


I termini impresa e imprenditore hanno acquistato sia nelle lingue romanze sia in quelle anglosassoni significati specifici connessi con l'attività economica nel commercio e nell'industria.
Il fatto stesso che la parola si riferisca, nel suo significato più ampio, a qualunque forma di iniziativa rischiosa o avventurosa, sta a significare che spesso l'essenza dell'organizzazione economica capitalistica risiede nella funzione - propria del capitalista - di assumere rischi.
Il termine imprenditore, molto usato in economia e in sociologia, ha una storia confusa nelle varie lingue.
Si tratta di una parola francese, entrepreneur largamente usata anche in inglese, che ha acquistato il significato attuale grazie a R. Cantillon -banchiere bilingue- considerato come il primo teorico dell'economia.
L’impresa novecentesca ha origini storiche remote.
Da migliaia di anni uno dei caratteri tipici della società umana è stato il commercio via mare che richiedeva l'impiego di capitali di rischio messi a disposizione dei mercanti paleocapitalisti.
Nel primo secolo d.C., nell’Italia centrale e settentrionale, si sviluppò una notevole industria tessile che richiedeva una notevole specializzazione del lavoro ed un grado notevole di organizzazione.
Più tardi in tutta la Gallia si sviluppò l'industria dei tessuti che venivano esportati a Roma: si può perciò presupporre che per sviluppare questa produzione si dovessero trovare mercanti, finanziare il commercio e perciò fosse necessaria un'IMPRESA.
Ma fu con il rifiorire delle civiltà che l'impresa medievale fu legata all’urbanesimo di quei tempi. Un esempio leggendario ci viene da Newbury (Inghilterra) dove si racconta che una sola persona riunisse nella sua casa 1000 tessitori. È questo, forse, il primo esempio di impresa: il mercante non si interessa solo più al finanziamento e al trasporto dei materiali grezzi, ma inizia ad organizzare la produzione.
È evidente che il mercante con questo sistema svolgeva una parte di quelle funzioni specifiche che la scienza sociale moderna attribuisce a colui che fa “impresa”. Egli però non si interessava allo sviluppo dei problemi tecnologici.
Successivamente il mercante divenne in misura sempre più crescente proprietario dei “mezzi” di produzione (attrezzi, cucine, officine).
Questo processo fu favorito da un fenomeno che ha differenziato l'elemento distintivo dell'impresa medievale rispetto a quella moderna: le gilde medievali che possono essere considerate - visto le loro funzioni - le equivalenti delle moderne imprese su larga scala.
Tra il 1500 ed il 1700 l'impresa si sviluppò soprattutto in Inghilterra dove emerse una classe di intraprendenti yeomen farmers, mentre in Olanda si verificò un’ascesa e poi una drammatica caduta di ogni tipo di impresa.
In Francia lo sviluppo delle imprese venne ritardato da pesanti tassazioni.
Bisogna arrivare alla prima rivoluzione industriale per capire come l’evoluzione in ogni campo dell’attività umana abbia portato ad un nuovo concetto di impresa che rimane, tuttavia, strettamente legato alle concezioni etico-culturali del tempo.
Si pensi all’etica protestante, alla condanna dell’usura da parte della Chiesa Cattolica.
Il nuovo imprenditore si distingue dal vecchio imprenditore essenzialmente per la sua propensione all’industrialismo e alla tecnologia, per il suo interesse sia all’accumulazione che all’utilizzazione del capitale.



Riferimenti:

Toninelli, P.Angelo - "Storia dell'impresa", ed. Il Mulino,2012



#STEP24

La parola impresa ha molti significati . Comunemente viene usata per definire un’azione difficile e valorosa o, in economia, un organismo...