I termini impresa e imprenditore
hanno acquistato sia nelle lingue romanze sia in quelle anglosassoni
significati specifici connessi con l'attività economica nel commercio e
nell'industria.
Il fatto stesso che la parola si
riferisca, nel suo significato più ampio, a qualunque forma di iniziativa
rischiosa o avventurosa, sta a significare che spesso l'essenza
dell'organizzazione economica capitalistica risiede nella funzione - propria del
capitalista - di assumere rischi.
Il termine imprenditore, molto
usato in economia e in sociologia, ha una storia confusa nelle varie lingue.
Si tratta di una parola francese,
entrepreneur largamente usata anche in inglese, che ha acquistato il
significato attuale grazie a R. Cantillon -banchiere bilingue- considerato come
il primo teorico dell'economia.
L’impresa novecentesca ha origini
storiche remote.
Da migliaia di anni uno dei
caratteri tipici della società umana è stato il commercio via mare che
richiedeva l'impiego di capitali di rischio messi a disposizione dei mercanti
paleocapitalisti.
Nel primo secolo d.C., nell’Italia
centrale e settentrionale, si sviluppò una notevole industria tessile che
richiedeva una notevole specializzazione del lavoro ed un grado notevole di
organizzazione.
Più tardi in tutta la Gallia si
sviluppò l'industria dei tessuti che venivano esportati a Roma: si può perciò
presupporre che per sviluppare questa produzione si dovessero trovare mercanti,
finanziare il commercio e perciò fosse necessaria un'IMPRESA.
Ma fu con il rifiorire delle
civiltà che l'impresa medievale fu legata all’urbanesimo di quei tempi. Un
esempio leggendario ci viene da Newbury (Inghilterra) dove si racconta che una
sola persona riunisse nella sua casa 1000 tessitori. È questo, forse, il primo esempio
di impresa: il mercante non si interessa solo più al finanziamento e al
trasporto dei materiali grezzi, ma inizia ad organizzare la produzione.
È evidente che il mercante con
questo sistema svolgeva una parte di quelle funzioni specifiche che la scienza
sociale moderna attribuisce a colui che fa “impresa”. Egli però non si
interessava allo sviluppo dei problemi tecnologici.
Successivamente il mercante
divenne in misura sempre più crescente proprietario dei “mezzi” di produzione (attrezzi,
cucine, officine).
Questo processo fu favorito da un
fenomeno che ha differenziato l'elemento distintivo dell'impresa medievale
rispetto a quella moderna: le gilde medievali che possono essere considerate - visto
le loro funzioni - le equivalenti delle moderne imprese su larga scala.
Tra il 1500 ed il 1700 l'impresa
si sviluppò soprattutto in Inghilterra dove emerse una classe di intraprendenti
yeomen farmers, mentre in Olanda si verificò un’ascesa e poi una drammatica
caduta di ogni tipo di impresa.
Bisogna arrivare alla prima
rivoluzione industriale per capire come l’evoluzione in ogni campo dell’attività
umana abbia portato ad un nuovo concetto di impresa che rimane, tuttavia,
strettamente legato alle concezioni etico-culturali del tempo.
Si pensi all’etica protestante,
alla condanna dell’usura da parte della Chiesa Cattolica.
Il nuovo imprenditore si
distingue dal vecchio imprenditore essenzialmente per la sua propensione all’industrialismo
e alla tecnologia, per il suo interesse sia all’accumulazione che all’utilizzazione
del capitale.
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