mercoledì 15 aprile 2020

#STEP02


I termini impresa e imprenditore hanno acquistato sia nelle lingue romanze sia in quelle anglosassoni significati specifici connessi con l'attività economica nel commercio e nell'industria.
Il fatto stesso che la parola si riferisca, nel suo significato più ampio, a qualunque forma di iniziativa rischiosa o avventurosa, sta a significare che spesso l'essenza dell'organizzazione economica capitalistica risiede nella funzione - propria del capitalista - di assumere rischi.
Il termine imprenditore, molto usato in economia e in sociologia, ha una storia confusa nelle varie lingue.
Si tratta di una parola francese, entrepreneur largamente usata anche in inglese, che ha acquistato il significato attuale grazie a R. Cantillon -banchiere bilingue- considerato come il primo teorico dell'economia.
L’impresa novecentesca ha origini storiche remote.
Da migliaia di anni uno dei caratteri tipici della società umana è stato il commercio via mare che richiedeva l'impiego di capitali di rischio messi a disposizione dei mercanti paleocapitalisti.
Nel primo secolo d.C., nell’Italia centrale e settentrionale, si sviluppò una notevole industria tessile che richiedeva una notevole specializzazione del lavoro ed un grado notevole di organizzazione.
Più tardi in tutta la Gallia si sviluppò l'industria dei tessuti che venivano esportati a Roma: si può perciò presupporre che per sviluppare questa produzione si dovessero trovare mercanti, finanziare il commercio e perciò fosse necessaria un'IMPRESA.
Ma fu con il rifiorire delle civiltà che l'impresa medievale fu legata all’urbanesimo di quei tempi. Un esempio leggendario ci viene da Newbury (Inghilterra) dove si racconta che una sola persona riunisse nella sua casa 1000 tessitori. È questo, forse, il primo esempio di impresa: il mercante non si interessa solo più al finanziamento e al trasporto dei materiali grezzi, ma inizia ad organizzare la produzione.
È evidente che il mercante con questo sistema svolgeva una parte di quelle funzioni specifiche che la scienza sociale moderna attribuisce a colui che fa “impresa”. Egli però non si interessava allo sviluppo dei problemi tecnologici.
Successivamente il mercante divenne in misura sempre più crescente proprietario dei “mezzi” di produzione (attrezzi, cucine, officine).
Questo processo fu favorito da un fenomeno che ha differenziato l'elemento distintivo dell'impresa medievale rispetto a quella moderna: le gilde medievali che possono essere considerate - visto le loro funzioni - le equivalenti delle moderne imprese su larga scala.
Tra il 1500 ed il 1700 l'impresa si sviluppò soprattutto in Inghilterra dove emerse una classe di intraprendenti yeomen farmers, mentre in Olanda si verificò un’ascesa e poi una drammatica caduta di ogni tipo di impresa.
In Francia lo sviluppo delle imprese venne ritardato da pesanti tassazioni.
Bisogna arrivare alla prima rivoluzione industriale per capire come l’evoluzione in ogni campo dell’attività umana abbia portato ad un nuovo concetto di impresa che rimane, tuttavia, strettamente legato alle concezioni etico-culturali del tempo.
Si pensi all’etica protestante, alla condanna dell’usura da parte della Chiesa Cattolica.
Il nuovo imprenditore si distingue dal vecchio imprenditore essenzialmente per la sua propensione all’industrialismo e alla tecnologia, per il suo interesse sia all’accumulazione che all’utilizzazione del capitale.



Riferimenti:

Toninelli, P.Angelo - "Storia dell'impresa", ed. Il Mulino,2012



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