giovedì 4 giugno 2020

#STEP19

Volendo collegare il concetto di utopia a quello di impresa viene spontanea la domanda: il fine dell'impresa è unicamente il profitto?
Un industriale che voglia investire capitali per costruire fabbriche moderne, spaziose, belle, inserirle con armonia nel paesaggio urbano, che voglia dare concretezza a concetti come il rispetto e la valorizzazione della persona è un imprenditore illuminato o un folle utopista?
Nel mondo odierno, dove è mutato l'orizzonte della crescita con la fine delle economie chiuse e con l'avvento della globalizzazione, sicuramente il successo di un'impresa diventerà sempre più concreto se alla base della stessa ci sarà un disegno intellettuale, un complesso di valori e di significati culturali sia di impegno sociale e civile.
E tutto ciò non si può e non si deve considerare utopia. Prova tangibile ne è Adriano Olivetti che della sua fabbrica ha fatto un modello di socialità e industrializzazione senza disumanizzazione trasformando in concretezza quello che molti ancora oggi definiscono utopia.


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#STEP24

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